Criptovalute, l’Ucraina vuole legalizzarle

Non in tutto il mondo le criptovalute sembrano trovare la giusta accoglienza e, anzi, sono numerose le istituzioni monetarie e governative non particolarmente favorevoli ad aprire i propri “confini” al mondo delle valute digitali. Tuttavia, non in tutto il globo le criptovalute trovano ostilità e, in fondo, questo è proprio il caso dell’Ucraina, il cui governo – ci informano gli esperti di https://www.lecriptovalute.org, uno dei punti di riferimento nel settore delle valute digitali e virtuali – ha invece intenzione di legalizzare la moneta “criptata”.

Ad affermare questa intenzione da parte dell’esecutivo del Paese europeo è un report del notiziario indipendente ucraino Ligamedia, secondo cui il vice ministro con delega alla trasformazione digitale, Alexander Bornyakov, ha dichiarato in una recente occasione che il ministro Mikhail Fedorov autorizzerà la legalizzazione delle valute digitali all’interno del Paese.

Bornyakov ha in particolar modo sottolineato che le valute digitali non sono attualmente illegali in Ucraina, che dunque non c’è una posizione particolarmente contraria. Tuttavia, una cosa è affermare che non siano illegali, e una cosa è fare un passo in avanti per legalizzare esplicitamente le criptovalute, un’azione che, secondo il rappresentate del governo, andrà a beneficio dell’Ucraina, anche perché attraverso la legalizzazione delle valute digitali giungerà una maggiore tassazione. Secondo Bornyakov, in particolare, “le persone che oggi hanno e utilizzano le criptovalute potranno uscire dalla zona grigia e iniziare a pagare le tasse” su queste risorse. In futuro, dunque, il ministro ha in mente di utilizzare le criptovalute come leva per poter ottenere un guadagno dal commercio di valuta digitale.

Detto ciò, appare chiaro che la mossa decisiva per legalizzare la valuta digitale sta giungendo proprio in concomitanza con la decisione dei rappresentanti della “trasformazione digitale” in Ucraina di rendere i servizi governativi ucraini più facili, grazie proprio alle piattaforme digitali. Per Fedorov, interagire con il governo dovrebbe essere “semplice e non invadente”, per poi precisare che “quando si interagisce con lo Stato, bisognerebbe far sentire i contribuenti a loro agio, proprio come quando si ordina un servizio su Uber, Booking o Airbnb”. Proprio come parte integrante di questo ambizioso piano, l’Ucraina trasferirà registri e documenti su un registro pubblico distribuito e gestito dal governo.

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Insomma, l’esempio ucraino forse ci è particolarmente utile per capire che non in tutto il mondo le criptovalute sono guardate con sospetto e che, anzi, pur senza snaturare la loro essenza fondamentale, possono ben essere utilizzate per poter arrivare a una maggiore efficienza ed efficacia proprio nel settore pubblico, con cui solo superficialmente le criptovalute si pongono in contrapposizione.

È anche in virtù di questo inevitabile futuro di maggiore utilizzo delle criptovalute che sempre più governo e istituzioni monetarie stanno aprendo con particolare ottimismo alle valute digitali, nel tentativo di poterne sfruttare le grandi potenzialità. Le prime ad aprire le porte a queste tecnologie sono state le strutture fintech dei principali gruppi bancari, che già in parte stanno utilizzando la tecnologia alla base della criptovalute, la blockchain, per poter rendere più efficienti gli scambi di denaro interni ai propri ambiti.